Come vivrete in paradiso

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La perenne contrapposizione tra scienza, intesa come conoscenza attraverso ricerca e sperimentazione, e religione, analizzata come l’insieme di dogmi di fede, ha da sempre contraddistinto la vita sociale dei paesi occidentali, dove la percezione del divino nella vita quotidiana è inversamente proporzionale alla cultura posseduta.
Il problema non è negare l’esistenza di Dio, ma almeno liberarci dalla visione antropomorfa del Nostro.
Un Dio che, solo a chi gli dedica preghiere, elargisce favori, rimette peccati, dà sostegno e supporto morale, regala affetto, devolve benevolenza, offre grazia e anche lavoro a discapito di altri, come si trattasse di un comunissimo onorevole, senatore, sindaco, assessore, imprenditore, cardinale o un qualsiasi altro che detiene un potere a qualunque titolo.

L’odierna visione dell’aldilà nasce nei primi secoli d.C., quando venne introdotto il concetto dell’anima immortale donata da Dio ad ogni individuo.
Alla morte dell’ospitante essa ritornerà al Padre per subire il Giudizio Particolare, dopo essersi depurata e purificata in Purgatorio, per meritare o no il Paradiso.
In attesa che tale anima meritevole si riunisca al corpo glorificato, cosa potrà mai fare nel Regno dei “Cieli”?
Non ha nessuna necessità fisiologica: mangiare, bere, dormire, avere rapporti sessuali.
Nel caso di morte violenta potrebbe conversare amabilmente con il proprio assassino pentito, potrebbe anche salutare sorridendo il proprio stupratore, contrito e ravveduto.
In cos’altro potrebbe mai affaccendarsi per l’eternità?
Io una risposta l’ho trovata.

Pathos Edizioni – Marzo 2025


Brunone Salvatore Cassarà vive a Torino, ma le sue origini, sempre sottolineate, sono del profondo sud Italia. Nato a Enna nel 1954, dopo aver terminato la scuola media superiore, si trasferisce nel 1974 nel capoluogo piemontese per intraprendere gli studi universitari in architettura presso il politecnico.
Conseguita la laurea dedica la sua vita lavorativa (e non solo) all’insegnamento in vari istituti tecnici di Torino e provincia cercando, in tutti questi anni, oltre che insegnare le discipline scolastiche, di far capire ai suoi discenti l’importanza dello studio e della conoscenza.
Il suo motto da inculcare è sempre stato: “conoscenza è differenza, solo il sapere ci rende diversi”.
Da tale detto nasce la sua idea di società, di rapporti sociali e di vita comunitaria, di esistenza.
Raggiunta la pensione si è dedicato ai suoi hobby e alla sua passione giovanile: scrivere libri, per cercare di divulgare le sue idee per una vita civile libera e decorosa.
Ha pubblicato nel 2024 la sua prima opera, il saggio: Come fai a spiegarlo. Una storia tra sogno e realtà.

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