L’alfabeto dei ricordi

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Se prendessi un foglio e scrivessi tutte le lettere dell’alfabeto e poi ne bucassi una per una, questa volta non per scrivere nomi di cose, animali e città, ma una parolina che ti riporti indietro nel tempo, cosa ti verrebbe in mente di raccontare a chi ti chiede di narrare un aneddoto della tua giovinezza?
Puoi essere certo che quel vocabolo che, per istinto balzerà fuori dalla profondità del tuo io, metterà in moto un percorso sorprendente in cui ti rivedrai bambino/a con gli occhi di un adulto/a che riflette, rivive, trasmette.
Io ho fatto questo viaggio fantastico con il mio Piccolo Principe. È stato grazie a lui, mio nipote, mi sono ritrovata a rispolverare uno scenario ricco di trasformazioni e valori.
In questi luoghi dove gli adulti potrebbero rivedere cose già vissute e dove le nuove generazioni potrebbero percepire scenari in bianco e nero.
Scenari che, colorati di conoscenze del valore e del rispetto, dell’osservazione delle regole, della gioia di giocare all’aria aperta potrebbero percorrere quel viaggio fantastica dell’ascesa sociale insieme alla protagonista: quell’adolescente che ha avuto il coraggio di osare e spiccare il pindarico volo con la consapevolezza, di mettere le ali giuste.

È difficile condensare in poche righe il significato di un testo ricco di contenuti qual è quello scritto dalla scrittrice-docente Silvana Picardi.
I temi toccati dall’autrice rappresentano tutti noi o perlomeno quelle persone che decidono di interpretare la propria esistenza, dando importanza alle emozioni, positive e negative, che inevitabilmente contraddistinguono questo misterioso passaggio sulla Terra chiamato vita.
Il tema centrale del richiamo della memoria già affrontato nel passato – e penso all’indimenticabile Madeleine di Proust per citarne uno su tutti – emerge con forza dal testo “L’alfabeto dei ricordi” in modo genuino e senza infingimenti: dal “trampolino” di una singola lettera estratta con la punta di una ignara matita per soddisfare le richieste dell’adorato nipotino/principe, dove i ricordi affiorano nitidamente e diventano veicolo di valori da consegnare ai nostri affetti più cari.
Le singole lettere innescheranno un vortice di emozioni da cui la nonna e il nipotino saranno travolti e avvinti fino al ribaltamento finale dei ruoli, in un continuo scambio di sentimenti e condivisione di esperienze, raccontate e tramandate a chi avrà il compito di perpetuare il passato nel presente e nel futuro
Dal tuo ex collega ed estimatore
Prof. Marco Wolfler Calvo
Dirigente scolastico

L’abbeccedario della memoria viene sfogliato a quattro mani, pagina dopo pagina, lettera dopo lettera, quasi per gioco con la massima naturalezza, alla scoperta di spaccati esistenziali e di stati d’animo emozionali a corrispondenza biunivoca, percepiti diversamente, in sintonica affettività. Le quattro mani sono quelle della nonna e del piccolo nipote, che animano un siparietto dialogico effervescente e singolare, sempre meno ricorrente in un mondo, il nostro, nel quale l’ascolto e l’interlocuzione sono una merce scaduta, avariata
Prof. Rolando Perri
Presidente di Giuria
del Premio letterario RinnovaMenti

Pathos Edizioni – Settembre 2024


Silvana Picardi , docente in pensione, continua a trasmettere attraverso i suoi numerosi racconti e l’ultima pubblicazione Una tazzina senza manico (2024, Pathos Edizioni), messaggi per invitare il lettore a riflettere su se stesso, il rapporto con l’altro il senso della vita. Finalista in numerosi concorsi letterari, recentemente si è distinta con i racconti: La difficile ricerca della libertà la cui tematica verte sulla libertà psicologica di una donna e Una cosa certa è… amare sempre! in cui affronta il dramma di chi non ha memoria e riesce ad essere diversamente felice.

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